L'ultimo segreto di Anne Frank by Bruyn De Jeroen & Joop Van Wijk-Voskuijl

L'ultimo segreto di Anne Frank by Bruyn De Jeroen & Joop Van Wijk-Voskuijl

autore:Bruyn De Jeroen & Joop Van Wijk-Voskuijl [Jeroen, Bruyn De & Wijk-Voskuijl, Joop Van]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2023-09-18T12:59:22+00:00


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L’esilio e il rimpatrio

Nelly era il genere di persona che si notava subito a una festa. Era slanciata e formosa, con spalle larghe e labbra pitturate che si increspavano in un sorriso malandrino. Aveva un’indole ribelle che le privazioni – e tentazioni – dell’Occupazione non avevano che acuito. Diny ricorda quanto Nelly fosse arrabbiata nei primi giorni della guerra: con i suoi genitori, con la carenza di cibo, con l’esistenza opprimente e desolante condotta dalla sua famiglia nel quadrilocale in Lumeijstraat. Lei voleva qualcosa di più.

Stando alla «storia familiare» con cui sono cresciuto, i primi contatti tra Nelly e i soldati tedeschi ad Amsterdam risalivano al periodo in cui aveva lavorato come domestica per una facoltosa famiglia di sostenitori del partito nazista olandese. Malgrado le ricerche approfondite, né io né Jeroen abbiamo trovato riscontri di questo dettaglio o documenti sulle esperienze lavorative di Nelly negli anni della guerra. In compenso, grazie all’anagrafe comunale, siamo riusciti a scoprire che dal 1939 al 1941 sua sorella maggiore Annie aveva lavorato come domestica fissa per una famiglia benestante. Le persone per cui lavorava, le sorelle Jacot, erano ex stiliste che avevano vestito persino la regina d’Olanda. All’epoca le tre settantenni vivevano insieme in una maestosa villa di fine Ottocento al civico 50 di Roemer Visscherstraat, affacciata sul Vondelpark che, casualmente, era la zona prediletta dagli ufficiali nazisti.

Diny mi raccontò che Nelly andava spesso a trovare Annie e si intratteneva con i soldati acquartierati nelle palazzine vicine. Una volta si era portata dietro anche lei, che all’epoca avrà avuto nove o dieci anni. Diny ricorda benissimo «una splendida villa su diversi piani», un’«enorme» cucina interrata dove conobbe il maggiordomo, e un meraviglioso giardino che si trasformava in una specie di salotto a cielo aperto in cui le «padrone di casa» intrattenevano i soldati tedeschi.

«Quei tedeschi se ne stavano tutti spaparanzati con i piedi appoggiati ai tavolini», disse Diny. «Non capivo una parola di quello che dicevano… Da piccola non parlavo tedesco»166.

È possibile che quella villa sia stata per Nelly il canale d’accesso alla Amsterdam nazista, ed è possibile che mia zia abbia conosciuto proprio là Siegfried, ma non possiamo averne la certezza. A ogni modo, non ci volle molto affinché Nelly ampliasse la sua cerchia di conoscenze tra gli occupanti. Diny ricorda una lunga passeggiata attraverso la città in cui aveva accompagnato la sorella nel 1940. Ne parlò per la prima volta in un’intervista rilasciata nel 2011 alla Casa di Anne Frank, prima che noi la contattassimo per questo libro.

Nelly non le aveva anticipato dove volesse andare, perciò quando si fermò davanti a un’officina brulicante di mezzi militari tedeschi vicino a Frederiksplein, una piazza in centro città, Diny non riuscì a mascherare la paura.

«Non fare quella faccia», le disse Nelly.

Fuori dall’officina sedevano rilassati diversi soldati. Quando Nelly s’incamminò verso di loro, la sorellina la bloccò, preoccupata per la sua incolumità. Benché fosse appena una bambina, Diny sapeva che i soldati tedeschi erano nemici da evitare, e che gli olandesi che fraternizzavano con loro venivano chiamati traditori.



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